Il destino mi ha depositato
in riva al mare, le onde
mi ricoprono d’acqua,
ma, poi, mi abbandonano
solo al mio destino.
Esse mi segnano il corpo,
e l’anima, lasciando tracce
del loro passaggio, come
barbari invasori
che mi fanno sentire vivo.
Come vorrei gridargli
cosa provo per loro,
ma il mio fiato non esce.
Come vorrei abbracciarle,
ma la pietra non ha braccia.
Dio, Padre del creato,
ti prega questo sasso,
che non ha l’anima,
ma che sa amare:
fammi annegare
in questo dolce mare.